Nell’ambito del 23° congresso nazionale della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP), che si è svolto a Rimini dal 21 al 23 marzo 2024, è stato conferito il premio intitolato alla memoria di Giuseppe Cardaropoli, medico e socio della SIdP, che ha dedicato la sua vita professionale alla ricerca in campo parodontale e implantare e alla condivisione delle proprie conoscenze. Il riconoscimento è stato assegnato ad Adriano Fratini, dottorando di ricerca in Scienze della Salute e dell’Ambiente, curriculum Fisiopatologia del sistema stomatognatico, dell’Università degli Studi dell’Aquila. Fratini è risultato vincitore con lo studio “Expression of cementum-specific biomarkers in gingival crevicular fluid at different healing intervals following periodontal regeneration: a prospective controlled study”.
Al lavoro hanno partecipato i docenti UnivAQ Enrico Marchetti, professore associato in Parodontologia del Dipartimento di Medicina clinica, sanità pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente, e Giuseppe Celenza, professore associato in Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica del Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologiche, insieme al dottor Riccetti, epidemiologo dell’Istituto di biostatistica medica, epidemiologia e informatica, Centro medico universitario, Università Johannes Gutenberg di Magonza.
Lo scopo di questo studio clinico prospettico controllato è stato quello di valutare se la chirurgia parodontale rigenerativa potesse influenzare i livelli di due marcatori specifici del cemento radicolare (CEMP-1 e CAP) nel liquido della ferita parodontale durante la guarigione iniziale e, quindi, se questi biomarcatori potessero essere di interesse nella pratica clinica di routine come indicatori di successo terapeutico.
I biomarcatori possono fornire risposte a quesiti medici molto più rapidamente rispetto all’attesa necessaria per i risultati clinici, per questo sono considerati strumenti fondamentali nell’ambito della medicina di precisione. Valutare e comprendere gli usi dei biomarcatori esistenti ed emergenti è una competenza sempre più richiesta in tutte le branche sanitarie biomediche, compresa l’odontoiatria.
La parodontite non trattata porta alla perdita di attacco intorno ai denti, ma con le conoscenze acquisite è possibile, in specifiche condizioni, ricostruire osso e attacco e cambiare la prognosi di elementi dentari compromessi grazie alla chirurgia rigenerativa.
La valutazione dell’esito della rigenerazione parodontale, da un punto di vista clinico, non viene effettuata prima di 6/12 mesi: la valutazione di biomarcatori specifici della rigenerazione dei tessuti parodontali potrebbe fornire informazioni utili sull’andamento della guarigione già nelle prime settimane.
I risultati di questo lavoro aprono prospettive interessanti: la differenza statisticamente significativa dei livelli di concentrazione di CEMP-1 e CAP nei diversi momenti dello studio suggerisce che le concentrazioni di entrambi i biomarcatori, nei siti di difetti parodontali infraossei trattati con chirurgia parodontale rigenerativa, potrebbero riflettere la risposta al trattamento.
“Sono orgoglioso di avere condiviso il frutto del lavoro degli ultimi anni durante il congresso della Società Scientifica di riferimento dell’ambito parodontale – commenta Fratini – e di avere ricevuto il prestigioso premio Giuseppe Cardaropoli”. Il premio è stato consegnato dal fratello, il dott. Daniele Cardaropoli, e dal Presidente SIdP, prof. Francesco Cairo.