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“Le lingue al servizio del cinema”. Il laboratorio di sottotitolazione del Centro Linguistico di Ateneo

Ateneo e comunitàIniziative“Le lingue al servizio del cinema”. Il laboratorio di sottotitolazione del Centro Linguistico di Ateneo

Il Centro Linguistico di Ateneo (CLA), in collaborazione con il prof. Mirko Lino del Dipartimento di Scienze Umane, inaugura “Le lingue al servizio del cinema”, un laboratorio pratico per imparare a sottotitolare i film.

L’idea nasce dalla sinergia con L’Aquila Film Festival, una realtà cinematografica coraggiosa creata nel 2007 da Federico Vittoni, che negli anni ha registrato una crescente partecipazione di pubblico, ospiti nazionali e internazionali, nonché il coinvolgimento di Licei e Accademie della città, sia per la costituzione delle giurie speciali che per le attività formative a questi riservate.

Il CLA crede nelle potenzialità di questa collaborazione per motivare gli studenti all’apprendimento delle lingue straniere, attraverso laboratori che valorizzino le loro competenze linguistiche e la scoperta di programmi per sottotitolare i film (AEGISUB).

L’idea nasce nell’ambito dei Progetti Speciali per la Produttività che i Collaboratori ed Esperti Linguistici del CLA propongono a inizio anno accademico, e s’innesca sulle attività previste dal Piano di orientamento e tutorato (POT) del MIUR che vede protagonisti ragazze e ragazzi dei Licei della provincia per le attività del PCTO (ex-alternanza scuola/lavoro). Il progetto intende fornire loro strumenti utili a orientarsi nel mondo del lavoro valorizzando le lingue come veicolo di conoscenza e fonte di ricchezza culturale. Inoltre, esso s’inscrive nella politica generale di internazionalizzazione dell’Ateneo dell’Aquila che con questa attività costruisce nuove collaborazioni con le scuole superiori del territorio che rappresentano il futuro della nostra Università.

Al primo incontro laboratoriale, previsto per il 30 aprile prossimo nel Dipartimento di Scienze Umane, interverranno la dott.ssa Patrizia Passi (Curatrice LAQQF), che esporrà le regole generali della sottotitolazione e presenterà il programma da usare, la dott.ssa Nazli Birgen (interprete, traduttrice ed esperta di sottotitolazione), con un intervento dal titolo “Ma che parlo, turco?”, e Mirko Lino (docente di Storia del Cinema di UnivAQ), con un intervento intitolato “La voce originale: sottotitolo e doppiaggio nella visione filmica”. Seguiranno quattro appuntamenti settimanali per ogni lingua insegnata all’interno del CLA (francese, tedesco, spagnolo e inglese), durante i quali le persone che parteciperanno, guidate dalle collaboratrici linguistiche di Ateneo e da Marta Fiorenza (docente a contratto di lingua inglese di UnivAQ), realizzeranno i sottotitoli di cortometraggi o spezzoni di film, cominciando dalla trascrizione del dialogo in lingua originale per poi curare la traduzione e il trasferimento della stessa sullo spezzone scelto, attraverso l’apposito programma di sottotitolazione.

Non c’è niente di meglio della traduzione per entrare nella dinamica di una lingua, attivare le competenze acquisite e avvicinarsi alle abilità da apprendere. Entrare in un testo scritto in un’altra lingua significa varcare la soglia della semantica di un idioma e di una cultura per osservare come cambia il significato delle cose in relazione al contesto in cui appaiono, e come questo viene gestito dal locutore che le usa. Tutto questo si riformula nel linguaggio audiovisivo, che fornisce una piattaforma preziosa per chi studia le lingue straniere. Attraverso lo studio dettagliato della lingua e del contesto culturale che un film ci presenta, forniamo agli studenti un input di enorme valore per una formazione integrale ed efficace, in cui la competenza comunicativa gioca un ruolo di primo piano. Infatti, l’attività di traduzione di dialoghi cinematografici mette in azione strategie linguistiche di grande interesse, soprattutto sul piano comunicativo, che richiedono una capacità di “messa in situazione” che fa da specchio alla messa in scena filmica. La traduzione di dialoghi è in tutto e per tutto un “atto di parola”, per dirla con De Saussure, che si costruisce in una prossemica specifica, con indicazioni di luogo e tempo imprescindibili, che fanno altresì appello a competenze di carattere sociolinguistico.

Magdalena Leòn Gòmez e Ornella Calvarese, Collaboratrici ed esperte linguistiche del Centro Linguistico di Ateneo

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