Nei giorni 19 e 20 settembre all’Aquila, presso il Centro Congressi Luigi Zordan si è svolto il convegno nazionale dal titolo “La vulnerabilità biopsicosociale agli eventi traumatici: tra sfide e risorse nel mondo dei giovani“, organizzato dall’Università dell’Aquila e dal Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente insieme all’Associazione Smile ONLUS Rocco Pollice con il patrocinio della nostra ASL 1 e di alcune fra le principali società scientifiche del paese, oltreché dai rispettivi ordini professionali del territorio degli psicologi e dei medici.
Nell’ambito del convegno, che ha visto quali presidenti, la Prof.ssa Rita Roncone e il Prof. Massimo Casacchia, i relatori hanno affrontato il tema dell’impatto di traumi collettivi, come il terremoto e la pandemia COVID-19, e di traumi individuali sull’equilibrio psicofisico dei giovani particolarmente vulnerabili agli eventi traumatici, soprattutto se vissuti in età precoce.
La Prof.ssa Laura Giusti, co-Responsabile Scientifica dell’evento, ha illustrato un interessante lavoro condotto sull’autolesionismo nei giovani mentre gli altri relatori invitati hanno presentato le molteplici forme di disagio giovanile, quali il ritiro sociale, la depressione, l’amore tossico, la dipendenza digitale e forme più “rumorose “quali comportamenti violenti e aggressivi verso gli altri, spesso causati dall’abuso di sostanze. E’ fondamentale l’identificazione precoce di fattori di vulnerabilità ai numerosi eventi traumatici cui vanno incontro i giovani in modo da potenziare le loro capacità e competenze per affrontare le avversità della vita.
Durante il convegno si è riflettuto, altresì, su come, a volte, anche le avversità possono produrre un cambiamento positivo, come è stato illustrato nella sua relazione dalla Prof.ssa İmran Gökçen Yilmaz Karaman, Visiting Professor all’Università dell’Aquila, che ha illustrato dati inerenti ai recenti terremoti del febbraio 2023 nella provincia turca di Kahramanmaras.
Al convegno è intervenuto anche Padre David, del Togo che, formatosi in Italia nel campo della riabilitazione psichiatrica, ha raccontato la sua storia, le sue difficoltà e le sue soddisfazioni lavorative nel campo della salute mentale in un centro di riabilitazione in Togo.
Infine, c’è stata la testimonianza di un giovane immigrato della Costa d’Avorio che ha condiviso le sue traumatiche esperienze del viaggio in Italia, paese in cui ha trovato il lavoro e l’amore.
Nel corso dei lavori, come ogni anno, sono stati premiati tre giovani ricercatori che hanno partecipato, attraverso l’invio di un lavoro scientifico, all’ottava edizione del premio Rocco Pollice
promosso dalla famiglia e dall’Associazione Smile ONLUS Rocco Pollice per onorare annualmente l’impegno scientifico e la dedizione del compianto medico al lavoro nel campo della salute mentale.
Sono stati inoltre premiati i migliori e-poster presentati sul tema della vulnerabilità agli eventi traumatici.