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Lezione aperta a due voci: riflessioni per una teoria contemporanea del restauro

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10 aprile 2024, DICEAA, Monteluco di Roio, aula A-1.5 | Corso di Restauro architettonico, prof.ssa Carla Bartolomucci | Relatori Donatella Fiorani e Francesco Doglioni

Di restauro si parla spesso a sproposito, fraintendendone il significato e le finalità. Dopo eventi disastrosi esso viene generalmente falsato come un ritorno a presunti splendori. Talora riemergono richiami a criteri filologici di ottocentesca memoria, che trascurano le riflessioni sviluppate dopo le ricostruzioni postbelliche e le diverse catastrofi del secolo scorso.

Gli eventi sismici recenti hanno evidenziato pericolosi equivoci sul ruolo del restauro, da un lato distorto come un apparente ritorno al «dov’era, com’era», dall’altro ridotto a disciplina accessoria limitata agli aspetti formali e decorativi. Dopo il 2009 si è verificato un rovesciamento nella percezione dei valori dell’architettura storica, dapprima oggetto di un diffuso pregiudizio riguardo alla sicurezza strutturale e poi considerata perlopiù come patrimonio immobiliare a cui restituire la funzionalità. Le questioni relative alla sicurezza hanno portato a modificare l’abusato motto in “meglio di com’era”, senza tuttavia affrontare le ragioni della conservazione, né prendere le distanze da riproposizioni mimetiche o fantasiosi ripristini. D’altra parte, tale questione è oggetto di un fondamentale equivoco, essendo stata trasferita da singoli casi eccezionali (come il campanile di Venezia, i ponti Santa Trinita a Firenze e Stari Most a Mostar) le cui ricostruzioni intendevano risarcire lacune urbane, a uno slogan su cui basare la ricostruzione dell’intero territorio colpito dal sisma, perfino l’edilizia nelle periferie ove sarebbero opportuni interventi di riqualificazione urbana.

La “lezione aperta” del 10 aprile è perciò un’occasione importante di riflessione sui valori che guidano il restauro in architettura (dagli aspetti concettuali e fondativi a quelli più concreti dell’intervento) ed è affrontata da due voci autorevoli, ben note sul panorama nazionale e internazionale.

Donatella Fiorani è ordinario di Restauro alla Sapienza di Roma, ha insegnato all’Aquila nella facoltà di Ingegneria dal 1988 al 2010. Ha svolto attività didattica internazionale, è  stata insignita di una laurea honoris causa dall’Università Politecnica di Budapest, svolge missioni di monitoraggio dei siti UNESCO. Collabora con l’Istituto superiore per la Conservazione ed il Restauro per l’implementazione della Carta del Rischio del patrimonio culturale. È stata la prima presidente della Società Italiana per il Restauro dell’Architettura (SIRA), membro di gruppi di lavoro interministeriali per la formazione didattica del restauratore, per la revisione delle Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale e per la definizione dell’art. 29 del Codice per i Beni Culturali e del Paesaggio. La sua ricerca è dedicata alla teoria e alla prassi del restauro, allo studio della costruzione storica e allo sviluppo degli strumenti digitali per la conservazione.

Francesco Doglioni è stato professore di Restauro all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV), svolge tuttora attività didattica presso le Scuole di Specializzazione in Conservazione dei Beni Architettonici dell’Università di Genova, del Politecnico di Milano e presso la Fondazione Scuola del Patrimonio del MiC. Ha contribuito in modo significativo all’interpretazione dei danni sul patrimonio culturale e alle ricostruzioni dopo i terremoti del 1976 in Friuli, del 1997 in Umbria e Marche, del 2012 in Emilia Romagna. È stato membro del Comitato Nazionale per la Prevenzione del Rischio Sismico del Patrimonio Culturale, responsabile di ricerche per la valutazione della vulnerabilità delle strutture murarie con l’Istituto Centrale per il Restauro, il Consorzio RELUIS, la Soprintendenza di Venezia, la Direzione Regionale MiBACT dell’Emilia Romagna. È componente del Gruppo di lavoro del MiBACT per la formulazione di Linee di indirizzo metodologiche e tecniche per la ricostruzione del patrimonio culturale danneggiato dal sisma del 2016 e del Gruppo di lavoro MIT-MiBACT per l’aggiornamento delle Linee guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del Patrimonio culturale. La sua ricerca è rivolta allo studio costruttivo dell’architettura, all’analisi stratigrafica dei processi di trasformazione, ai metodi di lettura del danno e del dissesto, al rapporto tra teoria e operatività progettuale del restauro.

Carla Bartolomucci, Professoressa associata, Dipartimento di Ingegneria civile, edile – architettura e ambientale

Carla Bartolomucci
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