Il tema delle materie prime critiche (CRM) ormai domina da diversi anni l’Europa. L’Italia sta investendo in molti progetti legati a garantire una efficiente supply chain di queste risorse fondamentali per la transizione ecologica, energetica e digitale in atto, anche per il settore della difesa e dello spazio. Questo per diminuire la forte dipendenza da paesi terzi come la Repubblica popolare cinese.
Il punto di riferimento normativo a livello europeo è il Critical Raw Material Act (European Critical Raw Materials Act – European Commission). Con il Critical Raw Materials Act (CRMA), l’UE ha fissato obiettivi vincolanti da raggiungere entro il 2030 quali, 10% del fabbisogno da estrazione interna, 40% da trasformazione e raffinazione in UE, 25% da riciclo, <65% da un singolo paese terzo per ogni materia strategica.
In questo scenario sono stati selezionati nel 2025 47 progetti strategici in 13 Stati membri, tra cui l’Italia, per rafforzare la filiera europea: dei 4 progetti strategici italiani, l’Università dell’Aquila è presente su quello del recupero delle terre rare, con un proprio processo chimico brevettato, presso il sito industriale di Itelyum Regeneration a Ceccano (FR).
In questo scenario, solo negli ultimi tre mesi UnivAQ, in particolare il Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione ed Economia (DIIIE), è stata vincitrice di 5 progetti nazionali ed europei quali: RE-KAR-PCB (progetto norvegese sul recupero di metalli preziosi e materiali critici da schede elettroniche); LIFE SiRCULAR (recupero di Silicio e Argento da pannelli fotovoltaici a fine vita), Hy-SPRINT (progetto Horizon Europe sul recupero di Terre Rare da Fuel Cells a fine vita) e due progetti finanznati dal MASE (BATMAN e BRAIN) (Link: dd_284_06_08_2025-pdf).
Il progetto Batman (che si è classificato al primo posto nella graduatoria) ha come tema il recupero di batterie litio ed alcaline a fine vita per lo sviluppo di un Hub presso il sito di Haiki COBAT Eco Factory a Pollutri (CH) anche con la partecipazione dell’ex-spin off UnivAQ, Smart Waste Engineering.
Il progetto tra l’altro nasce anche come fall out del progetto PNRR UnivAq Vitalitycoordinato dal prof. Fabio Graziosi; il progetto Brain vede UnivAQ impegnata nella realizzazione di un impianto pilota per il recupero di litio ed altri sali da impianti geotermici dell’alto Lazio (partner del progetto sono RINA Consulting e l’azienda di prospezione mineraria australiana ALTAMIN – Energia Minerals) .
“I progetti che sono stati finanziati – afferma il prof. Francesco Vegliò del DIIIE – confermano il positivo trend del ruolo di UNIVAQ come punto di rifermenti nazionale sulle tematiche di R&S relative allo sviluppo di processi sostenibili per il recupero e la valorizzazione di CRM da rifiuti elettronici a fine vita e non solo”.
“In questo scenario si stanno sviluppando allo stesso tempo nuove competenze che sono dimostrate dalla crescita del nostro gruppo di ricerca dove i giovani ricercatori che partecipano a queste attività stanno assumendo sempre più un ruolo di primo livello sia a livello nazionale che europeo”
I progetti finanzianti sono il risultato di anni di attività di R&S e di trasferimento tecnologico in collaborazione ed a supporto del tessuto produttivo nazionale e non solo e dell’integrazione delle attività sia scientifiche che tecnico-amministrative all’interno di UNIVAQ che hanno facilitato e permesso l’ottenimento di questi risultati.
Guarda la video intervista al Prof. Francesco Vegliò.