Presupposti e possibili impatti della partecipazione di UnivAQ all’alleanza per una università europea
Slovacchia, Bratislava. In via Vazovova 5, dal 16 al 20 ottobre c’è stato un via vai di persone provenienti da almeno dieci Paesi europei.
Sono docenti, personale tecnico-amministrativo, studentesse e studenti che salgono al terzo piano del Rettorato della Slovak University of Technology per prendere parte alla prima Staff Week dell’Alleanza EULiST, European University Linking Society and Technology. L’idea che unisce duecentomila studenti, ventimila persone che lavorano in ambito universitario, dieci Atenei in dieci Paesi. Le istituzioni coinvolte sono la Brno University of Technology in Repubblica Ceca, l’Institut Mines-Télécom in Francia, la Jönköping University in Svezia, la Lappeenranta-Lahti University of Technology in Finlandia, la Leibniz University Hannover in Germania, la National Technical University of Athens in Grecia, la Rey Juan Carlos University in Spagna, la Slovak University of Technology in Bratislava in Slovacchia, la Vienna University of Technology in Austria e l’Università degli Studi dell’Aquila.
L’alleanza EULiST si propone di creare un ecosistema in cui ricercatori e studenti universitari, imprese e comunità possano collaborare in modo sinergico per affrontare le sfide della società contemporanea e rafforzare il ruolo di scienza e tecnologia come motori di innovazione e sviluppo sostenibile.
Nel 2018, la Commissione EU, a guida Juncker, ha lanciato l’iniziativa delle alleanze per costituire università europee con l’obiettivo di innescare e approfondire nuovi livelli di cooperazione tra gli istituti di istruzione superiore, attivando una collaborazione sistemica, strutturale e sostenibile.
Queste alleanze transnazionali costituiscono in nuce le università del futuro, con il compito di promuovere i valori e l’identità comune europea, coinvolgendo una nuova generazione affinché diventi capace di cooperare all’interno di culture e lingue diverse e al di là dei confini, dei settori e delle discipline accademiche. Inoltre, le alleanze hanno il compito di favorire un salto sostanziale in termini di qualità, rendimento e competitività degli istituti di istruzione superiore.
Cosa cambia per UnivAQ?
La ricerca in una dimensione europea
La scelta di aderire all’alleanza impatterà su molteplici aspetti che riguardano, in particolare, formazione e ricerca. Di fatto si tratta di entrare in un campus allargato, con una didattica innovativa, una mobilità facilitata che contemplerà anche interi moduli in tandem con Atenei partner. “La ricerca potrà confrontarsi con le eccellenze delle altre istituzioni coinvolte, acquisire maggiore forza e più credibilità nel presentare proposte per progetti competitivi, per richieste di infrastrutture e finanziamenti europei – sostiene la prof.ssa Maria Benedetta Mattei, prorettrice delegata UnivAQ per la ricerca -. L’alleanza potrà incentivare e semplificare la pratica di trascorrere periodi all’estero durante il dottorato, attraverso l’agevolazione delle procedure amministrative, l’accesso a programmi di finanziamento, la promozione di opportunità di collaborazione internazionale e il supporto per la pianificazione di tali esperienze. In questo modo, si spera che un maggior numero di dottorandi possa beneficiare di esperienze e training all’estero, contribuendo così a espandere le prospettive di carriera e i contatti professionali, e arricchire la loro formazione con esperienze multidisciplinari e di apprendimento interculturale”.
Un ambiente multiculturale, anche all’Aquila
“L’alleanza favorirà gli scambi internazionali di studenti e staff, sia in entrata che in uscita, potenziando la dimensione internazionale dell’Ateneo. Inoltre, ospitare studenti provenienti da diversi Paesi e culture contribuisce alla cosiddetta internazionalizzazione at home, avvero alla creazione “in patria” di un ambiente multiculturale di cui potranno beneficiare gli studenti locali impossibilitati a effettuare una mobilità in uscita”, sottolinea la dott.ssa Fausta Ludovici, responsabile dell’Ufficio Relazioni internazionali di UnivAQ.
Un progetto da costruire insieme
Se l’esperimento funzionerà fino in fondo e si realizzerà un effettivo legame tra i vari Paesi, nel tempo si fisseranno nuovi standard, anche di diritti, per chi studia e per chi lavora, che saranno adeguati alle migliori esperienze presenti nell’alleanza.
“Questo progetto non è calato dall’alto, come quelli che arrivano ad esempio dal Ministero, ma possiamo costruirlo e intervenire attivamente, non ci sono barriere predefinite. Certamente questo comporta la sfida di dare credibilità a una bella idea ambiziosa e renderla disponibile e fruibile per tutti. Richiederà un livellamento verso l’alto e questo ci potrà aiutare ad emergere nei ranking – sostiene il prof. Bruno Rubino, prorettore delegato UnivAQ per gli Affari internazionali -. C’è un risultato a breve termine, dato dal rafforzamento delle possibilità multiculturali per chi studia e vive all’Aquila, ma c’è una conseguenza a lungo termine, per chi vorrà davvero intraprendere un percorso innovativo. Una volta concretizzata l’alleanza, infatti, nasceranno percorsi specifici creati dalle competenze trasversali alle varie università partner, che permetteranno di frequentare interi semestri in un altro Ateneo, ma anche di seguire a distanza singoli moduli sviluppati da una università dell’alleanza e messi a disposizione di studentesse e studenti, di tutti i Paesi, con modalità di fruizione che superano le possibilità di base dell’e-learning”.
Questo richiederà anche un cambiamento interno in termini di modernizzazione, perché la dimensione europea diventi in effetti una prassi quotidiana. Essere parte di EULiST potrà dare benefici su vari fronti, ma è un risultato che si compone del contributo di tutte le parti in causa, in un processo generativo e partecipato che fa entrare nella quotidianità di ciascuno le modalità operative e i valori alla base della comunità europea.