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UnivAQ ha patrocinato il riposizionamento di un bivacco sul Gran Sasso

Ateneo e comunitàIniziativeUnivAQ ha patrocinato il riposizionamento di un bivacco sul Gran Sasso

Giovedì 7 novembre 2024 si è svolta l’operazione conclusiva che ha portato in volo l’ex Bivacco Lubrano nella sua posizione originaria, tra il Monte Prena e il Monte Camicia, sul massiccio del Gran Sasso.

L’iniziativa, patrocinata dall’Università degli Studi dell’Aquila, è stata promossa dall’associazione “I Corridori del Cielo” e ha richiesto la collaborazione di molteplici realtà del territorio perché venisse portata a termine: Protezione Civile Abruzzo, Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, Reparto Volo dei Vigili del Fuoco di Pescara, Esercito Italiano, le ditte “UNIREST”, “2Studio” e Sarra Marmi. L’operazione è stata finanziata dai contributi della Fondazione CARISPAQ, di BNL-BNPPARIBAS, della Regione Abruzzo,  dei  Soci del Club 2000m, dell’ANCE L’Aquila e dei privati cittadini che hanno voluto sostenere questa opera.

La nuova struttura rossa del bivacco, realizzata in unico blocco metallico coibentato dal peso di 26 quintali, è stata prima portata sulla piana di Fonte Vetica e poi sollevata da un elicottero Chinook CH-47F del 1° Reggimento Aviazione dell’Esercito ‘Antares’, idoneo per i trasporti pesanti in alta quota. Il trasporto è durato pochi minuti e ha depositato la struttura  1.815 metri, sul sito del precedente bivacco, poi ancorata sulla piattaforma in cemento armato già predisposta in modo da assicurarne la stabilità in ogni condizione atmosferica.

Il bivacco originario fu costruito nel 1972 dall’Associazione speleologica U.R.R.I. di Roma come ricovero durante l’esplorazione della vicina Fonte Grotte. La base fu dedicata al Capitano degli Alpini Giorgio Lubrano, veneziano e classe 1917, caduto nella campagna di Russia il 31 gennaio 1943. Tutta l’operazione fu finanziata da un parente dell’ufficiale. Nell’autunno del 1999, il rifugio fu distrutto da una bufera e da allora era rimasta la sola base in cemento. Grazie all’impulso della realtà associativa aquilana “I Corridori del Cielo” nel 2017 è stato attivato il processo, durato otto annii, che ha portato al ricollocamento.

I bivacchi hanno la doppia funzione di dare riparo in caso di condizioni avverse e raccogliere la testimonianza del passaggio di chi si trova in montagna, acquisendo anche un ruolo di traccia e di memoria. Il riposizionamento del Lubrano assume un valore ancora più rilevante in quanto è l’unico presente nella zona, dopo la distruzione dei rifugi San Francesco e Fonte Vetica a causa di due incendi nel 2017 e 2021. Il ricollocamento va così a colmare una lacuna sia dal punto di vista logistico, in quanto importante per la sicurezza degli alpinisti e dei ricercatori operanti in zona e per il coordinamento delle operazioni di soccorso che si svolgono nell’area, sia dal punto di vista culturale, favorendo il turismo e la cultura della montagna. Il bivacco è situato in un’area dove l’Università degli Studi dell’Aquila, attraverso il Geolab (Laboratorio di Geologia, Sismologia e Radioprotezione) conduce rilievi geologici e speleologici allo scopo di ridefinire l’assetto di questo importante geosito regionale e contribuire alla valorizzazione dei fabbricati della storica Miniera di Lignite, ancora visibili poco più a valle rispetto al bivacco.

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