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I “colpi d’aria” esistono davvero?

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Pubblichiamo di seguito un estratto dall’intervista al prof. Mauro Bologna pubblicato sul numero 4/2024 di Uppa Magazine – Un Pediatra Per Amico a firma di Anna Rita Longo

Se c’è un aspetto che fa profondamente parte della cultura italiana è la paura del freddo e delle sue conseguenze vere o presunte, una delle preoccupazioni più spesso manifestate dai genitori nei riguardi dei figli. Deriva da questo l’abitudine di coprire – talvolta anche eccessivamente – bambine e bambini per il timore dei cosiddetti “colpi d’aria”, che sarebbero, nell’immaginario comune, diretta causa di malanni, oppure di vietare loro di giocare o praticare sport all’aperto nella stagione invernale. Si tratta di una preoccupazione fondata o di timori inutili?

UNA RIFLESSIONE SULLE CAUSE Per comprendere adeguatamente il discorso è bene fare le opportune distinzioni tra cause dirette e indirette delle malattie, in particolar modo per quelle che si manifestano più frequentemente quando la temperatura si abbassa. Ricorda Mauro Bologna, già professore ordinario di Patologia generale dell’Università degli Studi dell’Aquila e divulgatore scientifico: «Il freddo è direttamente responsabile di alcuni fenomeni, anche molto pericolosi nelle loro conseguenze, che rientrano nel quadro del congelamento o dell’assideramento, ovvero raffreddamenti intensi di parti del corpo o del corpo intero». In questo caso, il nesso causa-effetto è, quindi, del tutto diretto, perché l’esposizione alla bassa temperatura è la principale causa di un evento che altrimenti non si verificherebbe. Accanto a queste circostanze sono noti, fin dai tempi antichi, altri fenomeni. Continua Bologna: «Nella stagione più fredda si verificano con particolare frequenza le cosiddette “malattie da raffreddamento”, ovvero riniti, faringiti, laringiti, sinusiti, bronchiti. La malattia detta “da raffreddamento”, causata da virus (rinovirus, coronavirus, adenovirus, enterovirus, virus influenzali e parainfluenzali), nonché da varie specie di batteri, ha una denominazione che in molte lingue richiama appunto il concetto di freddo – in inglese, infatti, si parla di cold o common cold – ed è caratterizzata da tosse, mal di gola, naso che cola, starnuti, mal di testa e spesso febbre. Queste malattie interessano in particolare le prime vie aeree e sono dovute al passaggio di virus e batteri dall’ambiente esterno alle mucose respiratorie». In questi casi, quindi, se ci soffermiamo sull’agente patogeno in sé (ovvero su quell’elemento che ha la capacità di scatenare la malattia), non possiamo parlare di nesso causale diretto, perché in assenza dei virus e batteri menzionati la malattia non si verificherebbe, non essendo di per sé provocata dal fantomatico “colpo d’aria”. Bisogna però tenere comunque conto di altre circostanze. «Le vie aeree», continua l’esperto, «come molte parti del corpo, non sono “sterili” ma vedono la presenza di microrganismi molteplici, sia virus sia batteri, che vivono abitualmente sotto forma di flora saprofitica (cioè che si nutre di materia organica in decomposizione), in equilibrio con le difese superficiali: il muco, movimentato dalle ciglia dell’epitelio di rivestimento; gli enzimi litici, tra cui il lisozima, e le cellule immunitarie (macrofagi e linfociti) presenti nella mucosa. Il mondo esterno entra dunque regolarmente in contatto con la superficie del nostro muco respiratorio, sul quale vi è la presenza costante di germi mantenuti in equilibrio grazie alle nostre difese e allontanati continuamente attraverso il movimento delle ciglia e l’eliminazione del muco, senza che il soggetto si ammali».

[…prosegue sul numero 4/2024 di Uppa Magazine – Un Pediatra Per Amico]

Anna Rita Longo Divulgatrice scientifica e docente di Lettere, è socia emerita del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) e membro del direttivo dell’associazione professionale di comunicatori della scienza SWIM. Scrive per diverse riviste cartacee e online, tra cui Le Scienze, Mind, Focus Scuola, Wired.it, Wonder Why, Scientificast.

Anna Rita Longo
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